Archivio per novembre, 2009

PEACE COLLAGE – Finalmente acquistabile ONLINE

Posted in Impegno sociale, Portfolio on 30/11/2009 by studioimg

Finalmente ON LINE è acquistabile la stampa “PEACE COLLAGE”. La stampa cn misure 32×60 cm. è realizzata su canvas per stampe digitale e rifinita a mano. La stampa è limitata a solo 10 pezzi rigorosamente numerati e firmati.

La stampa si può acquistare CLICCANDO QUI al costo di 200 dollari (circa 130 euro + 15 euro di spese di spedizione). Inoltre per chi non desidera acquistare la stampa cartacea, CLICCANDO QUI si potrà acquistare il DOWNLOAD del file per essere stampato (fai da te).

L’intero ricavato sarà devoluto alla ONLUS ASSOCIAZIONE BAMBINI CARDIOPATICI

www.bambinicardiopatici.it

KATAKLÒ – Il libro del dietro le quinte finalmente sfogliabile online

Posted in Portfolio on 27/11/2009 by studioimg

LIBRO KATAKLO’…da sfogliare tutto di un fiato!!!!

CLICCA QUI PER SFOGLIARE IL LIBRO

GUERRILLA MARKETING…pubblicità non convenzionale!!!

Posted in Didattica, Tendenza & Creatività on 27/11/2009 by studioimg

Il termine GUERRILLA, nell’accezione più comune, nasce “in ambito militare per indicare un particolare tipo di lotta armata, condotta da unità irregolari, contro potenti eserciti regolari”.

Prima ancora di entrare nel linguaggio del marketing, il termine guerrilla è stato adottato da vari gruppi, sia appartenenti al mondo dell’arte (guerrilla art), sia a quello dell’ideologia (comunicazione guerrilla).

Il termine guerrilla entra a far parte del marketing grazie a Jay Conrad Levinson che dal 1989 al 2005, in soli sedici anni, ha scritto più di trenta volumi sulla pubblicità guerrilla e sul guerrilla marketing.
Come per la guerrilla art e la guerrilla communication, anche la pubblicità guerrilla nasce con l’intento di emergere tra miliardi di messaggi pubblicitari ed attirare l’attenzione del consumatore grazie al suo modo di agire e comunicare molto innovativo, solo che in questo caso lo scopo è il profitto.

Le sue tecniche sono originali, non convenzionali, imprevedibili e fuori da ogni schema: “L’unica regola è non avere regole”.

I media utilizzati spaziano dalle installazioni, a stickers appiccicati ovunque, agli stamps sui muri, a flyers particolarmente originali, fino ad arrivare alle scritte nei posti più impensati, come il fondo di un bicchiere, l’asse all’ingresso di un parcheggio. O la fronte di alcuni ragazzi incaricati di andare in giro per strada e farsi vedere dalla gente.
Ma non solo. Oltre ad inventare nuovi mezzi, la pubblicità guerrilla trova anche nuovi modi per utilizzare i vecchi. Ad esempio, a Tokyo, la Adidas ha utilizzato un cartellone pubblicitario raffigurante un campo di calcio per far giocare due veri calciatori, appesi ad una corda.

Dati i suoi bassi costi, il guerrilla marketing si presta bene per la comunicazione di brand e di prodotto delle piccole aziende che non hanno la possibilità di utilizzare grossi budget per grosse campagne sui media tradizionali. Ma viene abbondantemente utilizzato anche dai megabrand e dalle multinazionali che utilizzano questo metodo per lo più per aumentare la visibilità del marchio.

Oggi il “Guerrilla Marketing” non viene disdegnato né dalle piccole aziende, né dalle grandi multinazionali.
L ’obiettivo del Guerrilla Marketing come vera e propria forma comunicativa fu definito da Levinson nel 1984 come “achieving conventional goals, such as profits and joy, with unconventional methods, such as investingenergy enstead of money”, ovvero “raggiungere obiettivi convenzionali, come profitti e successo, con metodi non convenzionali, investendo energia anziché soldi”.

Nel corso del tempo, sia negli Stati Uniti, sia nel resto del mondo si è assistito a varie forme di applicazione di tale strategia. A colpi di comunicazione non verbale e paraverbale, tutti prima o poi a siamo caduti vittime della “Guerrilla Marketing”, chi consapevolmente, con una sorta di rassegnazione, chi inconsapevolmente.
L’effetto sorpresa, la novità e l’esagerazione sono gli aspetti caratterizzanti di questa scelta di mercato che deve a tutti i costi “far parlare di sé”.
La “Guerrilla” deve raggiungere il consumatore nei momenti e nei luoghi in cui non è attiva la sua “advertising cosciousness”, quando le sue reticenze e difese nei confronti dei messaggi pubblicitari sono abbassate, quindi quando è “senza armi”,…insomma, quando “meno se lo aspetta”!! Cio’ garantirà l’eco e la divulgazione del prodotto.