Luca Baseggio: street art and dreamers collection

Pubblichiamo di seguito un interessante stralcio dell’intervista a Luca Baseggio pubblicata su talentsmag

Qual’è la “strada” che porta Luca ad esprimere la propria creatività?

Allora diciamo che una strada vera e propria non c’e’; mi baso sopratutto sui sensi, sulla fantasia e sulle esperienze di tutti i giorni. Un continuo sviluppo di idee che si plasmano, crescono e si modificano.
Quello che sono ora e che esprimo attraverso immagini e’ il risultato di viaggi di incontri; di nozioni che si condividono e si scambiano.
La fantasia credo che sia fondamentale nel mio lavoro creativo.

Come nasce e cresce la tua passione?

Sono cresciuto e vivo tra persone che credono nei cambiamenti possibili; prestando attenzione a ciò che molta gente ignora; iniziando appunto dalla strada, come un piccolo segno lasciato su un muro, uno sticker un poster.
Vedo molta gente guardare dritto senza dare importanza ad uno stile d’arte che per molti e’ appunto invisibile. Ho vissuto a Londra per alcuni periodi della mia vita; e l’esperienza inglese ed europea ti apre inevitabilmente nuovi orizzonti; molto di più che in realtà circoscritte come in Italia.
Culture differenti , avanzate, stili che apprezzi e comprendi; fai tuoi e con il tempo li modifichi secondo il tuo stile.
La Street art e’ secondo me un fenomeno nato dal bisogno di identificarsi; la possibilità che le proprie idee siano viste da tantissime persone.
Non condivido sicuramente il segno lasciato solo come devasto, amo il bello non lo scempio.

L’avvento di Internet e delle nuove tecnologie, quale è stato il tuo impatto con esse?

Tra noi giovani Internet e’ diventato un must; ma non visto come una moda , bensi’ come strumento che apre nuove possibilità di interscambi culturali a distanza.
Tenersi in contatto con amici che fanno arte dall’atra parte del mondo oggi è semplicissimo , basta una mail o un programma di instant messaging:
Anche il computer con tutti i suoi nuovi strumenti creativi ha contribuito in modo fondamentale nel mio sviluppo artistico e lavorativo.

“Dream” “Sogna”, cosa vuoi esprimere attraverso i visi delle tue creazioni, speranza, malinconie o cos’altro?
The dreamers collection e’ un progetto a se stante; e’ una collezione che nasce proprio da questo termine “dream” o “sogna”.
Intendo con questo esprimere sopratutto la mia fantasia. Il vedere e sognare in un viso o in un espressione altre forme che posso accostarsi e svilupparsi.
I sentimenti sono diversi come diverse possono essere le emozioni che ho vissuto e che vivo di giorno in giorno. Nella mia vita ho passato momenti difficili e tristi che ricordo ancora in alcune mie opere; ma penso che dalle esperienze negative si cresca; ed è per questo che le voglio comunque ricordare; ma sopratutto ora sono felice di averle superate e felice di vivere; molte mie nuove opere si basano proprio
sul riscoprire ed apprezzare la felicità del vivere.

Personalmente le tue foto mi danno un senso di futuro prossimo, personaggi alla Blade Runner per intenderci, in che Mondo vivono le tue creazioni?

Beh… basti pensare che gli esempi che mi hanno portato ad avere un certo stile sono persone come
Dali’, HR giger, Enki Bilal; visionari del nuovo millennio; oppure i fumetti neofuturisti di Hawlett come Tank Girl;
penso alle le creazioni video di David lynch, Chris Cunningam. E’ vero film come Blade Runner, Akira, Ghost in the shell; le musiche di Aphex Twin o Squarepusher e Boards of Canada; Il tutto fa parte del mio bagaglio culturale che mi porto dietro; quindi e’ facile pensare che anche le mie opere portino alcune di queste idee dentro di loro.

Quali tecniche usi per le tue opere?
Ho sempre pensato che più della tecnica sia l’idea a predominare;
poi il modo di rappresentare uno stile non ha limiti.
Da un muro a un quadro, tele grandi o piccole; posters; stickers; stencils; timbri; sculture.

Progetti futuri?
Tantissimi progetti; come ho detto the dreamers collection e’ solo una parentesi della mia creatività.
Sto portando avanti nuove idee ora; che si chiamano “Riflessione” e “Me died”.
Riflessione intesa come punto di un progetto. Fermarsi a riflettere sulle mie creazioni ed iniziare un lavoro di manipolazioni fotografiche e simmetrie vettoriali (studio primo) Il progetto nasce sulla falsa riga di “the dreamers collection” ma va oltre ; gioca ancora di piu’ con la grafica e con nuove forme che si possono ottenere specchiando le mie creazioni; uno studio interessantissimo ed innovativo.
“Me died” e’ un progetto esclusivamente incentrato sulla tecnica del fotomontaggio. La possibilità di studiare me stesso e la morte. Fotomontaggi creativi in cui me stesso trova un altro me in procinto di morire in diverse situazioni prese dalla quotidianità che ci sta attorno.
Date di nuove mostre ancora non sono delineate ma penso che prima della fine dell’anno organizzerò due personali con i due diversi progetti a Roma.

Contatti

http://www.myspace.com/dreamerscollection

http://www.dreamerscollection.com

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